Ciò che è accaduto nella penisola iberica è colpa delle rinnovabili? Facciamo chiarezza (con un confronto onesto, uno sguardo al futuro, e un invito alla prudenza)
Premessa
Mentre discutiamo delle cause del recente black-out che ha colpito Spagna, Portogallo e parte della Francia, ci troviamo di fronte a una realtà inequivocabile: il 2025 si preannuncia come un anno di nuovi record di temperatura, potenzialmente superando i livelli estremi già registrati nel 2024, che è stato uno degli anni più caldi di sempre. Questa emergenza climatica rende ancora più urgente la necessità di una transizione energetica rapida e ponderata, e c’impone di analizzare criticamente ogni evento, compresi i black-out, per evitare di prendere, spinti dalla paura, decisioni affrettate e controproducenti .
Ma di cosa stiamo parlando …
Avrete sicuramente sentito del black-out che ha messo al buio Spagna, Portogallo e parte della Francia per un giorno intero. Subito si è scatenato il dibattito: “È colpa delle rinnovabili!”. Ma è davvero così semplice? Cerchiamo di capire cosa è successo e di separare i fatti dalle fake news. E soprattutto, confrontiamo la situazione con quel che potrebbe succedere con altre fonti energetiche, guardiamo al ruolo delle rinnovabili in un futuro segnato dal cambiamento climatico, e soprattutto, evitiamo di trarre conclusioni affrettate.
Cosa è successo davvero?
Il 28 Aprile la Spagna, il Portogallo e una parte della Francia meridionale sono state in black-out totale dalle 12.30 circa fino alle 3 del mattino seguente. La durata del blocco, in realtà, è differente da nazione a nazione e anche all’interno di una stessa nazione la corrente è tornata in tempi differenti.
Problemi enormi: metro bloccate, niente web, uffici chiusi, attività commerciali molto limitate vista la sempre rara disponibilità di contante. Insomma un vero macello, possiamo dirlo con certezza … anche se il territorio è stato colpito in modo diverso come vedete sotto.

Le rinnovabili sono il problema: cosa c’è di vero?
Tra tutto quello che abbiamo letto spicca un dato che ci sta particolarmente a cuore. Per questo motivo abbiamo deciso di contribuire – nel nostro piccolo – a fare un po’ di chiarezza.
Sentiamo spesso dire che le rinnovabili sono instabili: il sole non splende sempre, il vento non soffia costante. Questo, secondo alcuni, avrebbe mandato in tilt la rete elettrica. È un’accusa fondata?
La verità (spesso) è più complicata
La realtà è che i black-out sono eventi complessi, raramente causati da un unico fattore. Ecco cosa potrebbe essere successo (e in molti casi le rinnovabili non c’entrano proprio):
- Infrastrutture vecchie: le reti elettriche hanno bisogno di manutenzione e aggiornamenti.
- Picchi di domanda: a volte tutti accendiamo il condizionatore nello stesso momento…
- Eventi meteo estremi: il cambiamento climatico ci mette lo zampino anche qui.
Le rinnovabili propongono le loro sfide, certo. Ma è fondamentale metterle in prospettiva e, se possibile, dar loro una mano con una rete compatibile.
Col nucleare, il gas o, peggio ancora, col carbone sarebbe stato diverso?
Qui entriamo nel vivo della questione:
- Blackout e fonti tradizionali: Anche le centrali nucleari, a gas o a carbone possono andare in black-out! Problemi tecnici, guasti, manutenzione, incidenti, siccità (per l’idroelettrico)… nessuna tecnologia si può definire immune.
- Tempi di ripristino: Non è detto che il ripristino sia più veloce con le fonti tradizionali. Anzi, a volte i problemi sono più complessi da risolvere (es. guasti a reattori nucleari, periodi di siccità prolungati).
- Confronto diretto: È difficile fare un confronto “mela con mela” (ogni black-out è diverso), ma è importante ricordare che anche le fonti tradizionali hanno i loro limiti e rischi.
- Diversificazione: La chiave è diversificare le fonti per ridurre la dipendenza da una singola tecnologia (sia essa rinnovabile o tradizionale). Come il fotovoltaico l’idroelettrico, se gestito in modo sostenibile (preservando i bacini idrici e gli ecosistemi), è una fonte rinnovabile importante.
l cambiamento climatico: un fattore da non ignorare
Un punto cruciale, soprattutto per aree come la Spagna che sta affrontando la desertificazione, ma in generale per l’area mediterranea:
- Territori vulnerabili: Questi paesi sono in prima linea contro gli effetti del cambiamento climatico (siccità, ondate di calore, incendi e alluvioni).
- Rinnovabili come soluzione: Le rinnovabili sono fondamentali per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare il cambiamento climatico.
- Adattamento necessario: La vera domanda, quindi, non è “abbandoniamo le rinnovabili?”, ma “come integriamo al meglio le reti di distribuzione con le tecnologie rinnovabili per contrapporci, al meglio, al cambiamento climatico?”. Un orizzonte importante che richiede investimenti in tecnologie di stoccaggio, reti intelligenti e gestione della domanda.
Rinnovabili: il futuro dell’energia
Partiamo da un dato di cronaca verificato: al momento del black-out due centrali del parco nucleare spagnolo erano spente perchè produrre col nucleare risultava sconveniente.
Bene partire da questo dato e aggiungere che, benchè se ne sentano di tutte, il nucleare “di ultima generazione” risulta perdente a livello economico (non solo come costi di produzione del kW ma anche di costruzione delle centrali) sia a livello di garanzie che offre in termini di sicurezza e prodotti di scarto per i quali non esistono ancora soluzioni efficaci.
Meglio allora cercare e investire nei sistemi in grado di gestire (e ce ne sono diversi) il fattore più critico delle rinnovabili, ovvero, la loro intermittenza:
- Batterie e sistemi di accumulo: per immagazzinare l’energia in eccesso.
- Reti intelligenti: per distribuire meglio l’energia dove serve.
- Diversificazione delle fonti: non solo solare ed eolico, ma anche idroelettrico, geotermico, ecc.
Cosa ci insegna il black-out iberico?
Il black-out in Europa è un campanello d’allarme.
Ci dice che la transizione energetica e le Rinnovabili rappresentano una sfida complessa almeno quanto le tecnologie tradizionali se non di più visto il bisogno energetico in aumento verticale!
Le rinnovabili insomma non sono il nemico, e neanche la panacea.
Serve un sistema energetico più moderno, flessibile e articolato. Occorre dar vita a un dibattito onesto, che consideri i pro e i contro di tutte le fonti specie in relazione a un fatto ormai fuori discussione: il cambiamento climatico.
In questo scenario, è fondamentale riconoscere il ruolo delle fake news e della disinformazione, che spesso complicano ulteriormente la discussione, alimentando paure ingiustificate e promuovendo soluzioni semplicistiche.
Prima di trarre conclusioni, è fondamentale analizzare a fondo i dati specifici di ogni evento estremo, tenendo presente che le cause possono variare enormemente.
Produrre una discussione attenta e onesta evita semplificazioni eccessive e soluzioni affrettate, che potrebbero rivelarsi controproducenti.
Che ne dite? Aspettiamo i vostri dubbi / commenti!